Quante volte ti è capitato di scattare una serie di fotografie e notarne alcune mosse? Indubbiamente saprai che in quel caso, quelle foto sono sbagliate e andranno scartate; e capirai soprattutto, quanto possa essere importante imparare a mettere a fuoco correttamente un soggetto, ottenendo nitidezza e immagini ricche di dettagli. In questa guida scoprirete tutto ciò che riguarda la messa a fuoco, come usarla, le diverse modalità di messa a fuoco, usarla in modo creativo e tanto altro!
Che cos’è la messa a fuoco
Quando si parla di messa a fuoco, non si può non fare un paragone con l’occhio umano! Infatti, quando guardiamo un oggetto, i nostri occhi, lo mettono a fuoco in automatico; questo avviene, perché compiono una messa a fuoco continua di ciò che si sta osservando e che appare nel nostro campo visivo. Tutto il resto -la parte periferica- rimane sfocata. Possiamo quindi affermare che tutto ciò che guarda il nostro occhio viene messo a fuoco grazie alla comunicazione occhio/cervello. Questi ultimi infatti, sono imbattili perché compiono continuamente questa operazione, adattandosi al variare dell’inquadratura, distanza del soggetto e cambio di luce, senza alcun minimo sforzo.
Tornando alla messa a fuoco di una macchina fotografica, l’obiettivo punta un soggetto in scena; in questa scena, solo una parte dell’immagine viene messa a fuoco, posizionata sul piano di fuoco. Più ci si allontana da questo piano i fuoco– dove tutto è nitido- più i particolari risulteranno sfocati e l’immagine poco dettagliata.
Il piano di fuoco è dunque un piano geometrico che contiene tutti i punti di messa a fuoco in unno scatto fotografico. La fotocamere può mettere a fuoco solo un piano di fuoco alla volta, mentre tutto ciò che non è compreso in quel piano non è a fuoco. Ma come è possibile che in alcune fotografie tutta la scena risulti nitida? Questo dipende dalla profondità di campo. Infatti se impostiamo una profondità di campo di 3 metri, avremo una distanza di 3 metri oltre il piano di fuoco in cui la scena sarà nitida. Quindi messa a fuoco e profondità di campo sono strettamente legate.
Quando si parla di messa a fuoco in fotografia, ci si riferisce alla regolazione della distanza tra le lenti dell’obiettivo e il sensore della fotocamera, per poter poi catturare un’immagine nitida. Questa distanza tra obiettivo e sensore si calcola secondo due modalità:
- Messa a fuoco automatica
- Messa a fuoco manuale
La messa a fuoco automatica: Autofocus
La nostra fotocamera ci permette di utilizzare due tipi di messa a fuoco: AF (autofocus) per la messa a fuoco automatica, o M (manual focus) per quella manuale. Se si opta per la messa a fuoco automatica, è sufficiente inquadrare il soggetto con la fotocamera, selezionare il punto di messa a fuoco, premere a metà il pulsante di scatto, per attivare così la messa a fuoco sul punto scelto.
La messa a fuoco automatica può avvenire in:
- Sistema attivo: emette onde infrarossi verso il soggetto e misura il tempo di ritorno di queste onde che vengono riflesse dal soggetto; calcola quindi la distanza dell’oggetto dalla fotocamera e calcola la messa a fuoco corretta.
- Sistema passivo: in questo caso, la messa a fuoco si ottiene dalla luce che emette il soggetto stesso. Il sistema passivo si divide dunque in altri due tipi: a rilevamento a contrasto e a rilevamento fase.
Rilevamento di contrasto
La misurazione più diffusa, utilizzata anche sugli smartphone. Come dice il nome stesso, è una misurazione che si basa sul contrasto: contrasto massimo= messa a fuoco massima. Per utilizzarla dunque, basta mettere a fuoco un soggetto, e ne misura il contrasto, facendo una valutazione generale, e scegliendo un contrasto elevato. Anche se è il metodo più utilizzato, si dimostra decisamente molto lento nel mettere a fuoco, e spesso anche impreciso, soprattutto nelle situazioni a basso contrasto, in presenza di scarsa luce e superfici monocromatiche. In queste situazioni, meglio preferire la messa a fuoco manuale.
Rilevamento di fase
Il sistema di rilevamento fase, funziona in questo modo: ad ogni punto di messa a fuoco, corrisponde una coppia di sensori, e la luce arriva loro dopo un percorso diverso. La fotocamera fa un confronto di dati dei due sensori e in base a questa differenza, stabilisce qual è il piano di fuoco. In base a questo, deciderà se allontanare o meno il piano di fuoco . Questo metodo per mette la la valutazione di messa a fuoco solo in corrispondenza delle coppie di sensori.
Esistono due tipi di sensori:
- Sensori lineari: catturano le due immagini e le confrontano tra loro
- Sensori a croce: i confronti avvengono sia sul piano orizzontale che su quello verticale; per questo motivo danno risultati migliori anche in condizioni di scarsa luce
Messa a fuoco automatica
La messa a fuoco automatica permette di scegliere tra tre modalità di funzionamento:
- Singola
- Continua
- Automatica
Messa a fuoco singola
Questa modalità di autofocus singolo (AF-S) funziona premendo il tasto di scatto a metà, così da bloccare la messa a fuoco su un oggetto che hai deciso di fotografare. Si consiglia di utilizzare questa modalità per fotografare: soggetti fermi, ritratti, panorama.
Messa a fuoco continua
Questa modalità è più adatta per soggetti in movimento. La messa a fuoco continua (AF-C) effettua una messa a fuoco continua sul soggetto che vuoi fotografare. Tenendo premuto a metà il pulsante di scatto, la fotocamere continuerà a mettere a fuoco il punto selezionato, inseguendo il soggetto, finché rientra nell’area coperta dal punto selezionato. Perfetta per fotografare: bambini, animali, atleti.
Messa a fuoco Auto
Questa modalità lascia scegliere alla tua fotocamera quale messa a fuoco è necessario utilizzare. Ovviamente non è detto che sia precisa ed affidabile, quindi il consiglio è quello di valutare da soli.
I Punti di Messa a Fuoco
I punti di messa a fuoco, ci permettono di creare la nostra composizione fotografica, scegliendo cosa mettere a fuoco e cosa no; è importante quindi, sapere cosa si vuole comunicare attraverso le proprie immagini. Per fare questo, potrete scegliere tra:
- aree di messa a fuoco
- singoli punti di messa a fuoco
Puoi quindi personalizzare il punto in cui la tua fotocamera mette a fuoco e sfruttare ciò per ottenere un ottimo scatto. Ovviamente, più la fotocamera possiede elevate prestazioni, più punti di messa a fuoco possiederà; ci sono fotocamere, ad esempio, con 11 punti di messa a fuoco a croce, altri 51, di cui 15 centrali a croce. Nella maggior parte dei casi, il punto di messa a fuoco è quello centrale, che può però essere spostato a piacimento. Scegli sempre il punto di messa a fuoco prima dello scatto, così da ottenere il risultato desiderato.
Messa a fuoco Manuale
Per utilizzare questa modalità, occorre spostare la leva di messa a fuoco su M (Manual Focus) e poi ruotare la ghiera di messa a fuoco sull’obiettivo, fino a rendere nitido il soggetto. Il sistema di messa a fuoco automatica, è sicuramente più veloce ed efficace nella maggior parte delle situazioni, ma ci sono casi in cui quello manuale si dimostra il più adatto:
- Luce scarsa: la messa a fuoco automatica in questi casi, ha difficoltà ad agganciare il corretto punto di messa a fuoco
- Fattori atmosferici: nebbia, vetri, trasparenze ecc… possono mettere in difficoltà l’autofocus
- Nella macrofotografia si dimostra eccellente, perché la messa a fuoco deve essere perfetta
- Quando si cerca di fotografare un soggetto in movimento la cui traiettoria non è prevedibile
Conclusioni finali
Abbiamo visto che imparare bene tutte le modalità di messa a fuoco è fondamentale, sia per poter scegliere quella più adatta alla situazione, sia per poter trasmettere all’osservatore ciò che vogliamo noi, guidando il suo occhio all’interno della scena.